Nuovi “Reati 231” in sede di attuazione della Direttiva PIF.

Con il D.Lgs. n. 75/2020, attuativo della cd. “Direttiva PIF” sono stati introdotti nuovi reati-presupposto della responsabilità amministrativa degli enti ai sensi del D.Lgs. n. 231/2001, ma anche modificate alcune fattispecie incriminatrici presenti nel codice penale e nella legislazione speciale.

IL FATTO:

Il 15 luglio 2020 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il D.Lgs. n. 75/2020, con il quale è stata data attuazione alla Direttiva (UE) n. 2017/1371 (la c.d. Direttiva PIF) relativa alla lotta contro la frode che lede gli interessi finanziari dell’Unione europea mediante il diritto penale.

L’intervento più significativo apportato dal D.Lgs. n. 75/2020 attiene all’ampliamento del catalogo dei reati-presupposto della responsabilità amministrativa dell’ente, che ora vede ricompresi:

  • nuove fattispecie penali di natura tributaria, e segnatamente i delitti di infedele dichiarazione, di omessa dichiarazione e di indebita compensazione, ove commessi, anche in parte, nel territorio di un altro Stato UE al fine di evadere l’imposta IVA per un importo non superiore ai 10 milioni di euro;
  • il delitto di frode nelle pubbliche forniture e quello di frode in agricoltura;
  • i delitti di peculato e abuso d’ufficio, ove il fatto offenda gli interessi finanziari eurounitari;
  • i reati di contrabbando di cui al D.P.R. n. 43/1973.

In aggiunta, è prevista la configurabilità del tentativo nei delitti di cui agli artt. 2 e 3 del D.Lgs. n. 74/2000 – ossia i reati di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture, altri documenti o altri artifici – ove presentino il carattere della transnazionalità e l’imposta IVA evasa non sia inferiore a 10 milioni di euro. Infine, con riguardo a quei reati, già ricompresi nel catalogo di cui al D.Lgs. n. 231/2001 e maggiormente connessi ai rapporti di carattere finanziario con l’Unione, ossia il peculato, induzione indebita e la truffa aggravata, sono state previste, per alcuni, circostanze aggravanti in caso di lesione di interessi finanziari della UE e, per altri, l’ampliamento del campo di applicazione.

PERCHÈ È IMPORTANTE:

L’entrata in vigore del D.Lgs. n. 75/2020 rende necessario un tempestivo intervento per l’aggiornamento dei Modelli Organizzativi adottati ai sensi del D.Lgs. n. 231/2001, pianificando un’apposita attività di risk assessment volta non solo ad identificare i processi e le attività aziendali esposte al rischio di commissione dei nuovi reati, ma anche a valutare l’effettiva idoneità del sistema di controllo interno a prevenire le condotte penalmente rilevanti, così da prevenire il rischio di sanzioni pecuniarie ed interdittive a carico dell’ente.

Tonucci & Partners con il team Compliance è a disposizione per supportare nel processo di aggiornamento dei Modelli Organizzativi di ogni Ente che ritenga di provvedere ad allinearsi alla normativa di riferimento come anche da ultimo aggiornata.

Potete contattarci a criminal&compliance@tonucci.com

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