La presidenza del Consiglio ha individuato la città di Milano come candidata ad ospitare la divisione centrale del Tub (Tribunale europeo unificato dei brevetti) specializzata in chimica, farmaceutica e life sciences, mentre Torino viene indicata come sede principale per l’Istituto italiano per l’intelligenza artificiale (I3A).
IL FATTO
L’accordo sul brevetto europeo con effetto unitario consentirà con un’unica procedura centralizzata di ottenere un brevetto con protezione uniforme in tutti gli Stati membri aderenti all’iniziativa.
L’applicazione dei regolamenti istitutivi del brevetto europeo con effetto unitario (Reg.1257/2012 e Reg.1260/2012) è stata tuttavia condizionata all’entrata in vigore dell’accordo istitutivo del Tribunale Unificato dei Brevetti, firmato a Bruxelles il 19 febbraio 2013, che per entrare in vigore attende il completamento delle ratifiche da parte degli Stati Membri, in particolare quella della Germania.
Il Comitato preparatorio del Tribunale ha recentemente confermato la volontà degli Stati partecipanti di assicurare l’entrata in vigore del Tub non appena sarà completato l’iter delle ratifiche e, auspicabilmente, già agli inizi del 2021.
Il Tribunale Unificato dei Brevetti (TUB) sarà un tribunale internazionale competente in via esclusiva per la risoluzione delle controversie sulla contraffazione e per le cause di revoca e/o annullamento dei brevetti (sia europeo convenzionale che unitario).
Il Tribunale Unificato dei Brevetti sarà composto dal Registro, dalla Corte di prima istanza e dalla Corte d’appello. La Corte d’appello avrà sede a Lussemburgo mentre la Corte di prima istanza sarà a sua volta suddivisa in divisioni centrali, locali e regionali.
Le divisioni centrali avrebbero dovuto essere nelle città di Londra, competente per i brevetti chimici e farmaceutici; Monaco, competente per i brevetti concernenti l’ingegneria meccanica e, infine, tutti gli altri casi ricadrebbero sotto la giurisdizione della divisione centrale di Parigi.
Tuttavia, per effetto della Brexit, il Regno Unito ha pure annunciato di volersi astenere dal far parte dell’accordo istitutivo del TUB, da cui la necessità per il comitato preparatorio di riassegnare la terza sede del Tribunale.
Il Governo italiano, nel corso della riunione organizzata al tal fine dal comitato preparatorio a Bruxelles il 10 settembre scorso, ha candidato la città di Milano per ospitare la terza sede del TUB, ossia la sezione del Tribunale specializzata a giudicare delle controversie aventi ad oggetto brevetti nei settori della chimica, delle scienze biologiche e, più in generale, nel settore farmaceutico e sanitario.
Lo schema finale del Tub dovrebbe quindi prevedere tre punte: Parigi, Monaco e Milano al posto di Londra.
Vi sono molti motivi che giocano a favore di Milano, rendendola una candidata perfetta. Le sedi dovrebbero infatti essere individuate secondo un criterio quantitativo e, se si esclude Londra, la città meneghina è a tutti gli effetti destinata a salire sul podio, insieme a Monaco e Parigi, per il numero di domande di brevetto, il 30% delle quali proviene proprio da imprese lombarde. Milano, inoltre, ospita già una divisione locale del Tribunale presso il nuovo Palazzo di Giustizia, che ben potrebbe accogliere anche quella centrale specializzata.
Non è chiaro, tuttavia, quanto la candidatura di Milano sia davvero solida per gli altri paesi europei. Il governo francese e quello dei Paesi Bassi, infatti, hanno candidato rispettivamente Parigi e Amsterdam per ospitare la terza sede del TUB.
PERCHÉ È IMPORTANTE
Qualora venisse eletta la città di Milano come sede per la divisione del Tribunale europeo unificato dei brevetti specializzata in chimica e life sciences si creerebbe nella città meneghina un importante hub europeo della tutela intellettuale, con conseguente rilevante giro d’affari. Inoltre si potrebbe realizzare con Torino, già scelta per ospitare l’Istituto italiano per l’intelligenza artificiale (I3A), una sinergia capace di consolidare l’asse imprenditoriale del nord-ovest dell’Italia, e quindi del Paese intero, creando un indotto stimato in circa 350 milioni di euro all’anno.