L’opposizione delle Banche a Basilea 4

ThinkstockPhotos-158673029Le banche italiane ed estere si oppongono all’introduzione di nuovi e ancor più stringenti parametri per la concessione del credito e norme finalizzate a rafforzare il patrimonio vigilato e relativi stress test.

IL FATTO:

Si annuncia una progressiva tensione tra le grandi banche internazionali con le rispettive autorità bancarie in merito alla paventata ed ulteriore stretta regolatoria delle regole prudenziali e sugli stress test.

È di questi giorni la notizia che tutte le principali banche internazionali unitamente alle loro rispettive associazioni bancarie hanno chiesto formalmente alle banche centrali un ripensamento ed un rallentamento delle riforme finalizzate a rafforzare il patrimonio vigilato e relativi stress test. In particolare, la grande preoccupazione avanzata dagli istituti di credito ed in particolare da quelli europei è che il Comitato sulla Supervisione Bancaria di Basilea proceda a riscrivere le regole prudenziali sul credito rendendole ancora più rigide. Seppure in tal modo si ridurrebbero i rischi di insolvenze e di crisi sistemiche, di fatto l’erogazione del credito diventerebbe ancora più onerosa e meno profittevole per la Banca. Su questi presupposti è stato chiesto di fermare il piano di riforme denominato “Basilea 4” e soprattutto di non procedere alla riscrittura delle regole sulla valutazione del rischio di controparte nella concessione del credito alle imprese.

Si è infatti appreso che il Comitato sulla Supervisione Bancaria di Basilea avrebbe idea di imporre alle banche l’uso di un modello di rischio standardizzato per valutare l’affidabilità di una controparte che chiede un prestito o la sicurezza di un certo strumento, vietando così il ricorso ai modelli di valutazione interni più flessibili in grado di apprezzare le caratteristiche peculiari dei relativi mercati. Questo modello, con riguardo alla concessione del credito, condurrebbe all’esecuzione di una istruttoria asettica sul rischio che, come tale, sarebbe incurante delle caratteristiche peculiari e soggettive del prenditore. Le conseguenze discendenti da un tale modello sarebbero particolarmente negative proprio per le PMI italiane ed in particolare per quelle senza rating la quali subirebbero un incremento della difficoltà di accesso al credito.

In via di estrema sintesi, ove fossero introdotte delle più stringenti regole sulla ponderazione del rischio di credito, l’erogazione di un prestito a una PMI, sopratutto se di nuova costituzione, costringerebbe la banca a fare accantonamenti ancora più elevati che di fatto ridurrebbero di molto l’operatività della banca e quindi il numero delle operazioni di finanziamento. Ma c’è di più: gli istituti bancari sarebbero di fatto costretti, per contrastare la contrazione delle attività bancarie nonché gli effetti degli stress test negativi (tra i quali anche le speculazioni di borsa sui titoli quotati delle banche), a deliberare nuovi aumenti di capitale ovvero l’emissione di altri strumenti finanziari.

PERCHE’ E’ IMPORTANTE

L’opposizione delle banche alla paventata ed ulteriore stretta regolatoria delle regole prudenziali e connessi stress test si giustifica prevalentemente nella difesa del mantenimento e del potenziale incremento dell’operatività bancaria e dell’accesso al credito  più agevole da parte delle PMI.

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