A real estate purchase in bitcoin obliges professionals to apply rules to avoid money laundering.

With regard to money laundering query nr. 3 – 2018/B, the National Notary Council has pointed out that payment of real estate purchase by bitcoin or other crypto currency is considered a suspicious activity which the notary public must report according to money laundering regulations.

IL FATTO
È vero che le operazioni in bitcoin, o in altre criptovalute, sono tracciabili in senso informatico. Tuttavia, i sistemi di accesso informatici, senza eccezioni, non si fondano sul concetto di identificazione, ma sulla mera verifica di credenziali informatiche e in questo sta la differenza con la normativa antiriciclaggio: il sistema informatico, che riconosce pin, password e altre credenziali, non può mai garantire l’identità reale del soggetto che effettua un accesso.

La sicurezza tecnologica dell’operazione garantita dal “sistema blockchain” è altro rispetto al problema della certezza del traffico giuridico, che fa riferimento all’identità delle parti.

L’intrinseca segretezza delle operazioni in bitcoin risulta incompatibile con gli obiettivi della trasparenza propri della disciplina antiriciclaggio.
Si suggerisce, quindi, al notaio di valutare l’opportunità di procedere ad effettuare una segnalazione di operazione sospetta di riciclaggio, peraltro, con una risposta formulata allo stato dell’arte, dal momento che è il legislatore a dover sciogliere i nodi dei diversi problemi.

PERCHÈ È IMPORTANTE

Il Consiglio del Notariato opta dunque per un orientamento rigoroso fondato sull’impossibilità tecnica di un accertamento della reale identità dell’investitore e così, da un lato, tutela i professionisti da possibili sanzioni per interpretazioni discordanti, dall’altro, in effetti la moneta virtuale inizia ad essere attenzionata dalle Autorità finanziarie in quanto strumento che potrebbe essere agevolmente utilizzato dalle associazioni criminali. Probabilmente anche la moneta virtuale potrebbe arrivare a un’evoluzione tecnica che consenta l’univoca identificazione della sua provenienza e di chi ne ha la reale disponibilità per divenire in un futuro prossimo anche strumento di pagamento per le transazioni più comuni.

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