La riforma del lavoro autonomo è legge

Woman working on laptop at office

Con la l. n. 81/17, entrata in vigore lo scorso 16 giugno, sono state introdotte una serie di tutele in favore dei lavoratori autonomi, con l’obiettivo di garantire un sistema più efficace di diritti e di limitare gli abusi di una tipologia contrattuale soggetta a regole meno stringenti rispetto al lavoro subordinato.

IL FATTO: 

Dal 16 giugno 2017 entra definitivamente in vigore la riforma in materia di rapporti di lavoro autonomo, che si applica alle tipologie contrattuali di cui all’art. 2222 e ss del cod. civ., con esclusione degli imprenditori.

Diverse sono le novità introdotte.

Vengono innanzitutto considerate abusive e prive di efficacia le clausole che attribuiscono al committente la facoltà di modificare unilateralmente le condizioni del contratto e di recedere senza un congruo preavviso, nonché le clausole mediante le quali le parti concordano termini di pagamento superiori a 60 giorni dalla data di ricevimento, da parte del committente, della fattura o della richiesta di pagamento.

In tali ipotesi il lavoratore ha diritto anche al risarcimento dei danni.

Ai professionisti sono riconosciuti i diritti di utilizzazione economica relativi ad apporti originali e invenzioni realizzati nell’esecuzione del contratto.

Viene favorito l’accesso ai bandi di gara, anche attraverso la possibilità di aggregarsi in consorzi ed altre forme di associazione, anche temporanee.

Entro un tetto massimo di € 10.000, potranno essere integralmente dedotte le spese per master, corsi di formazione e convegni, mentre è di € 5.000 il tetto massimo per le spese sostenute per i servizi personalizzati di certificazione delle competenze, orientamento, ricerca e sostegno all’auto-imprenditorialità.

È stata prevista la stabilizzazione della DIS-COLL, ossia dell’indennità di disoccupazione per i lavoratori con rapporto di collaborazione coordinata e continuativa, a decorrere dal 1 luglio 2017 per gli eventi di disoccupazione verificatisi a decorrere dalla stessa data.

Per le lavoratrici e i lavoratori iscritti alla gestione separata INPS, non titolari di pensione e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie, viene riconosciuto il diritto ad un trattamento economico per congedo parentale per un periodo massimo di 6 mesi entro i primi tre anni di vita del bambino. I trattamenti economici per congedi parentale, ancorché fruiti in altra gestione o cassa di previdenza, non possono complessivamente superare, tra entrambi i genitori, il limite complessivo di 6 mesi.

PERCHE’ E’ IMPORTANTE:

Con la riforma del lavoro autonomo il legislatore ha dimostrato la volontà di incidere su una materia caratterizzata da una regolamentazione sinora lasciata sostanzialmente alla negoziazione delle parti.

Quello che risalta è il mancato intervento legislativo sull’aspetto che, probabilmente, interessa maggiormente i lavoratori autonomi, ossia l’elevata tassazione.

Un intervento al riguardo sarebbe auspicabile anche nell’ottica di contrastare il fenomeno dell’evasione fiscale, che è presente nell’ambito del lavoro autonomo con percentuali ancora rilevanti.

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