L’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, a meno di diverso accordo con l’UE, comporterà la non applicazione dei trattati europei. Ciò non avrebbe tuttavia effetti immediatamente pregiudizievoli rispetto ai contratti di finanziamento, oggi retti dalla legge inglese, che continuerebbero quindi a essere pienamente validi ed efficaci.
Non si ritiene che il venire meno della normativa comunitaria possa essere strumentalmente invocato da una delle parti per attivare un’eventuale clausola di change in law, né per invocare il verificarsi di un evento pregiudizievole rilevante in modo da sottrarsi ai propri obblighi contrattuali o pretendere la risoluzione del contratto.
Sul lungo periodo bisognerà attendere l’esito delle negoziazioni con l’Unione Europea e capire come il Regno Unito intenderà definire i rapporti con gli altri Paesi dell’Unione Europea, tanto più che comunque il Regno Unito dovrebbe continuare a rimanere nell’ambito della European Free Trade Association (EFTA) insieme alla Norvegia, l’Islanda, il Liechtenstein e la Svizzera, in modo da poter continuare a operare nell’ambito dello spazio economico europeo (SEE).
Un impatto negativo della Brexit potrebbe essere invece ravvisabile rispetto alla diminuzione di risorse economiche da destinare a finanziamenti di progetti comunitari da parte della Banca Europea degli Investimenti (BEI).
Il Regno Unito era, dopo la Germania e la Francia, il secondo maggior contribuente europeo avendo versato – tra il 2000 e il 2014 – al bilancio europeo circa 186,5 miliardi di euro, di cui gli sono stati restituiti da Bruxelles, al netto dei costi amministrativi, circa 102,6 miliardi di euro, con un saldo complessivo di euro 83,9 miliardi, pari a 5,5 miliardi di euro per ciascun anno.
Si tratta a ben vedere di un’ingente quantità di risorse finanziarie economiche che saranno sottratte al bilancio europeo e che determineranno una minore disponibilità di risorse da destinare a finanziamenti europei BEI.
A seguito della Brexit: sul breve periodo, non si prevedono significativi effetti negativi rispetto ai progetti e finanziamenti in essere; sul lungo periodo, invece, occorrerà aspettare l’esito delle negoziazioni con l’Unione Europea.
Rispetto alla disponibilità di risorse finanziarie, l’uscita del Regno Unito potrebbe avere un effetto negativo in termini di minore disponibilità di risorse finanziarie da destinarsi a finanziamenti europei.
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