La recente uscita dell’Inghilterra dall’Unione Europea ha reso ancora più evidente la necessità di una ricapitalizzazione delle banche italiane ed europee: queste ultime, infatti, hanno particolarmente patito la conseguente speculazione sui mercati finanziari subendo forti ribassi di valore dei relativi titoli.
L’apparato istituzionale dell’Unione Europea è ora più consapevole delle conseguenze dannose che l’uscita di un Stato membro è in grado di generare.
Con questo intento gli interventi a difesa del credito potrebbero essere integrati e connessi con quelli diretti alla difesa del risparmio facendo comprendere che l’Unione Europea offre anche opportunità di rilievo.
Calando quanto appena detto nel perimetro della difesa e del rafforzamento patrimoniale del comparto bancario, si possono ritenere probabili alcuni allentamenti delle regole sugli aiuti di stato e dell’austerity delle politiche di bilancio, in modo da permettere ai Governi degli Stati membri, una serie più ampia ed efficace di misure finalizzate a rafforzare il patrimonio dei loro istituti di credito. Queste misure potrebbero consistere in concessioni di garanzie statali o in contributi di capitalizzazione diretta su equity e crediti deteriorati.
Potrebbe essere così opportuno prevedere un vantaggio patrimoniale diretto al cittadino che potrà essere ben coordinato con il rafforzamento patrimoniale delle banche: questo vantaggio potrebbe consistere nella sospensione del bail-in a carico della clientela retail delle banche. Si ricorda che il bail-in (“salvataggio interno”) è uno strumento che consente, in occasione di una ristrutturazione di una banca in grave difficoltà finanziaria, la riduzione del valore delle azioni e di alcuni crediti o la loro conversione in azioni per assorbire le perdite e ricapitalizzare la banca in misura sufficiente a ripristinare un’adeguata capitalizzazione e a mantenere la fiducia del mercato.
Le banche italiane sono ai primi posti in Europa per le quantità di obbligazioni bancarie senior e subordinate collocate presso la loro clientela retail. La sospensione del bail-in alimenterebbe una nuova fiducia presso i risparmiatori verso i nuovi strumenti finanziari emessi dalle banche per ricapitalizzarsi.
Mai come ora, potrebbero coniugarsi perfettamente le esigenze di rafforzamento delle banche con provvedimenti in aiuto e a difesa dei risparmiatori che, oltre a favorire la difesa del risparmio, incrementerebbero la fiducia del cittadino europeo verso le istituzioni europee.
È allora possibile che l’Unione Europea consenta e favorisca: (i) la sospensione ovvero la riduzione del perimetro di efficacia del bail-in (magari anche facendo ricorso al Fondo di risoluzione unico c.d. Single Resolution Fund, SRF), (ii) un’offerta di nuovi e più sicuri (in quanto controgarantiti dallo Stato membro) prodotti finanziari destinati all’investimento e al sostegno delle banche nonché (iii) il mantenimento di un basso livello dei tassi di interesse. Queste misure contribuirebbero a realizzare un effetto virtuoso in grado di generare nuova liquidità e quindi sempre nuovi investimenti.
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