Aumenta il sovracanone per il mini-idroelettrico

gidro energy iconCon il c.d. Collegato Ambientale (legge n. 221 del 2015) è stato stabilito l’aumento del sovracanone dovuto dagli impianti idroelettrici di potenza superiore a 220 kW situati nei bacini imbriferi montani.

IL FATTO:

L’articolo 62 della L. n. 221 del 2015 ha incrementato l’importo dovuto a titolo di sovracanone per gli impianti idroelettrici situati nei bacini imbriferi montani.

Dall’entrata in vigore della Legge, infatti, gli impianti aventi potenza nominale media superiore a 200 kW dovranno versare un sovracanone di importo pari a quello previsto per le concessioni di grande derivazione idroelettrica.

Per le concessioni di derivazione idroelettrica assegnate a decorrere dal 1° gennaio 2015, la norma dispone che l’obbligo di pagamento dei sovracanoni decorre dalla data di entrata in esercizio dell’impianto e non oltre il termine di ventiquattro mesi dalla data di concessione stessa.

Per gli impianti realizzati dopo il 2 febbraio 2016 i sovracanoni idroelettrici sono comunque dovuti anche se non funzionali alla prosecuzione degli interventi infrastrutturali.

PERCHÉ È IMPORTANTE:

La norma colpisce duramente il settore del mini-idroelettrico ponendo a carico anche degli impianti di piccole dimensioni e potenza posti all’interno dei BIM (i.e. bacini imbriferi montani, zone che raccolgono le acque piovane che alimentano un fiume) il sovracanone di cui alla legge n. 959 del 1953 nella misura prevista per le concessioni di grande derivazione idroelettrica.

Peraltro, il sovracanone era stato originariamente imposto dal Legislatore con il fine di raccogliere risorse economiche da destinare ad interventi infrastrutturali di tutela dei bacini.

Con la norma in commento, invece, i sovracanoni sono dovuti anche se non funzionali alla prosecuzione degli interventi infrastrutturali.

Ad un primo esame, quindi, la norma non solo penalizza gli impianti mini-idroelettrici che dovranno far fronte ad un incremento del sovracanone stimato del 30%, ma ingiustamente pone sullo stesso piano i piccoli impianti e gli impianti di grande derivazione, anche in termini di impatto ambientale e paesaggistico sui bacini imbriferi montani.

Per giunta, detta scelta non risulta affatto connessa ad un’esigenza di tutela dei bacini stessi, essendo anzi esclusa dalla norma una necessaria connessione delle risorse derivanti dai sovracanoni con gli interventi infrastrutturali messi in atto da Comuni e Consorzi.

Il nostro Studio è già al lavoro per valutare insieme agli operatori interessati ogni forma di tutela attivabile in relazione ai potenziali effetti lesivi e criticità della norma.

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