Nella bozza di testo del cd. Decreto Crescita approvato dal Governo lo scorso giovedì 4 aprile “salvo intese”, e quindi tutt’oggi non ancora divenuto definitivo, è previsto, tra le diverse novità fiscali, un trattamento particolarmente favorevole per i calciatori che vengono a giocare in Italia. Infatti, attraverso l’ampliamento del regime agevolato già in essere per i c.d. “impatriati”, cioè coloro che intendono trasferire la propria residenza in Italia, l’Irpef verrebbe applicata solo sul 30% dell’imponibile reddituale prodotto dai dipendenti anche privi di specializzazione. Il trattamento diventerebbe ancor più vantaggioso se si risiede in una regione del Sud Italia, dove l’imponibile scende addirittura al 10% dei redditi prodotti.
IL FATTO:
Lo schema del Decreto Crescita approvato il 4 aprile dal Governo prevede un ampliamento dell’ambito soggettivo di applicazione delle agevolazioni, originariamente previste per favorire il rientro dei “cervelli” con elevata specializzazione i c.d. “impatriati” (art. 16 del D.lgs. 147/2015, DM 26 maggio 2016), ricomprendendo così anche i lavoratori dipendenti sprovvisti di particolari qualifiche professionali, come ad esempio i calciatori di società calcistiche non italiane.
Infatti la norma in oggetto, per effetto delle modifiche apportate dall’art. 4 dello schema del decreto, consentirebbe all’ “impatriato” privo di laurea e di specializzazione di detassare sino al 70%, ai fini Irpef, i redditi prodotti in Italia, al ricorrere di tre requisiti: 1) per almeno i due anni precedenti al trasferimento la residenza fiscale deve risultare all’estero; 2) la residenza fiscale in Italia deve essere mantenuta per almeno i due anni successivi al trasferimento; 3) l’attività lavorativa deve essere svolta prevalentemente in Italia.
Nel caso in cui la società calcistica di destinazione sia localizzata in una delle regioni del Sud Italia (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna e Sicilia) la detassazione dell’imponibile si rivelerebbe ancor più vantaggiosa nei primi cinque anni essendo elevata dal 70% al 90%.
L’agevolazione verrebbe riconosciuta per l’anno in cui la residenza fiscale è stata trasferita in Italia e per i successivi quattro anni. Decorso tale periodo, se il lavoratore dipendente (in questo caso il calciatore) ha acquistato un’abitazione in Italia ed ha almeno un figlio minorenne a suo carico, il reddito è detassato al 50% per un ulteriore quinquennio; il vantaggio aumenta al 90% se i figli a carico sono almeno tre.
PERCHÉ È IMPORTANTE:
Si segnala tale novità (in attesa di conferma) in quanto l’acquisto di talenti dello sport ed in particolare nel mondo del calcio potrà risultare conveniente anche per le società professionistiche italiane comportando indubbiamente un elemento di forte attrazione per gli sportivi stessi, che potranno godere dei benefici fiscali sin dal primo anno del loro trasferimento in Italia.
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