International M&A. Vendita di azioni di società in Bangladesh ad acquirente di HongKong.

Un gruppo societario a controllo italiano, con holding gestionale nei Paesi Bassi, ha ceduto  l’intero capitale di una società in Bangladesh a degli acquirenti di HongKong. Uno dei due  amministratori della società ceduta era di nazionalità rumena, l’altro locale. Ciò ha creato una gestione del deal in cinque diverse giurisdizioni, caratterizzate da profonde diversità giuridiche e sociali.

Vendita della  partecipazione del 100% in Bangladesh.

Dopo lunghe negoziazioni avutesi tra il Bangladesh e Londra, le parti concordavano la cessione del 100% delle azioni di una società di Dhakka a un acquirente di  Hong Kong; tuttavia, come spesso avviene, gli accordi riguardavano solo il prezzo. Dopo l’iniziale due diligence, le negoziazioni sul testo del contratto e le rispettive responsabilità continuavano per qualche anno (…). La difficoltà maggiore era concordare il passaggio di proprietà delle azioni e il pagamento del prezzo, in assenza di garanzie bancarie. Finalmente dopo innumerevoli trattative il draft del contratto veniva finalmente definito e ciascuna delle parti decideva di accettare alcuni possibili rischi bilanciando la trasmissione della proprietà delle azioni con le modalità di  pagamento del prezzo.

La negoziazione.

Il raggiungimento di un accordo S.P.A. seguiva la prassi internazionale.  Il venditore metteva a disposizione dell’ acquirente tutti i documenti richiesti per la dovuta Due Diligence, con analisi sia nei Paesi Bassi sia in Bangladesh.

Contestualmente gli avvocati di HongKong redigevano e formulavano una proposta di acquisto secondo il diritto inglese. Come venditori, nel gruppo multi-giurisdizione posto in essere per seguire l’operazione, a ragione del fatto che la vendita sarebbe avvenuta tra giurisdizioni così diverse e lontane, modificavamo molte delle previsioni contrattuali. Le maggiori cautele erano dovute a varie complessità. Preliminarmente serve spiegare che la vendita delle quote, similmente a quanto avviene nel diritto inglese, in Bangladesh avviene  senza notaio con le parti assistite  solo dai rispettivi avvocati, che poi provvedono a seguire presso il Companies Register anche gli aspetti “costitutivi” del trasferimento. Il  pagamento del prezzo però, anche per evitare delle complessità attinenti al controllo dei capitali in Bangladesh, avveniva tra HongKong e Amsterdam.

Contratto e sua Esecuzione.

Per programmare la documentazione da presentare in Bangladesh e organizzare conseguentemente le obbligazioni di esecuzione nello Share Purchase Agreement,  la prima preoccupazione era data dalla complessità della  macchina amministrativa del Bangladesh. Per determinare il cambio della proprietà serve presentare al Companies Register una ampia documentazione firmata dagli amministratori della società (con autentiche notarili e legalizzazioni presso ambasciate competenti in assenza di apostille).

I package documentali necessari hanno come presupposto registrazioni e autenticazioni svolte in sequenze temporali che dovevano essere congrue con il closing e avvenire tra Olanda, Romania, Bangladesh e Hong Kong.

Contestualmente, visto che nessuna delle parti voleva rilasciare garanzie bancarie, si era costretti a costruire un relativamente complesso  meccanismo del pagamento. Per questa criticità, in primo luogo si riusciva a ottenere che l’acconto (advance paymentdel 30% del prezzo) fosse “bonificato” dall’ acquirente al venditore al momento della firma del contratto di vendita (signing) ad HongKong, senza che il trasferimento potesse peraltro ancora essere registrato presso il competente Companies Register in Dhaka.

Successivamente, dopo che finalmente tutta la documentazione era stata depositata al registro delle società nella capitale del Bangladesh, si arrivava alla  completion date.

Il closing  (o per l’appunto  completion) era logisticamente complesso; avveniva a Hong Kong con diversi teams del gruppo multi-giurisdizione in contatto tra loro; gli atti venivano redatti tra legali italiani, di Hong Kong e di Dhaka. Definito e firmato il closing memorandum  e completati gli scambi e documentali e le  attività che si dovevano realizzare fisicamente a Dhaka, l’acquirente  procedeva al pagamento della seconda tranche del prezzo.

Vista la distanza geografica tra le parti e la non volontà di scambiarsi garanzie bancarie, al fine di assicurare il pagamento del saldo (70% del prezzo), già al signing l’Acquirente aveva dovuto versare tale somma in un escrow account presso una banca di Hong Kong. Dopo il closing l’Acquirente rilasciava le liberatorie all’Escrow Agent, che trasferiva il saldo del prezzo alla Venditrice olandese. Come spiegato,  il saldo prezzo veniva pagato dopo la registrazione della compravendita e il cambio dei directors  presso il “Companies  Register” digitale di Dhaka.

Infine, solo per futura memoria, alcune notazioni importanti:

  • abbiamo ancora una volta appreso che le nomine degli amministratori nelle società del Bangladesh sono espressione dei soci e li rappresentano in modo diretto. Quindi sono gli amministratori che autorizzano la cessione delle azioni e le loro volontà sono quelle che vengono depositate al register, a prescindere da quelle dei soci (…).
  • anche in Bangladesh e HongKong è prassi, come in UK,  che   la “Duty Stamp” la paghi l’acquirente. Tale tassa però è di circa 1,5% del prezzo e calcolata sul valore del prezzo diventa importante.  In Bangladesh la Duty Stamp la deve anticipare la società oggetto della compravendita. Quindi ci si deve ricordare che tale ammontare non va in diminuzione del valore societario post acquisizione, essendo una anticipazione a favore dell’acquirente.

Conoscere gli elementi di un’operazione cross-border aiuta ad affrontarli e, in futuro, a risolverli. Capire che è necessario una diversità di approccio culturale,  rispetto ad un’operazione domestica,  porta sicuramente  ad un vantaggio nella negoziazione e ad un più probabile  successo finale.

Avv. Carlo Scarpa e Avv. Ivan Rigatti

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