Il recente intervento mira a potenziare la capacità attrattiva dei marchi presenti sul mercato nazionale da almeno 50 anni.
Il marchio è un simbolo, che opera come fattore di identificazione, creando un collegamento univoco con un determinato soggetto imprenditoriale.
Non solo: il marchio, si presenta come uno strumento di comunicazione, di informazione e di concorrenza, costituendo un elemento indefettibile dell’avviamento e del valore di una azienda.
È risaputo che determinati marchi sono in grado di esprimere certi valori di suggestione: trattasi di valori che comportano appunto uno spiccato potere di vendita del marchio che prescinde totalmente da dati qualitativi, dipendendo da stimoli irrazionali e di mera suggestione.
Quanto sopra, è del resto coerente con le moderne economie di mercato, ove sempre più spesso il segno, smaterializzato dal prodotto, acquisisce un potere di vendita, di comunicazione, di investimento: sono questi i nuovi denominatori comuni di tutti i marchi.
Del resto, il cambiamento di cui sopra, non certo recente, ha avuto evidenti riflessi anche sulle varie tipologie di marchi da depositare. Si è passati, nel tempo, da una concezione del marchio in senso stretto, che probabilmente trae origine dal termine “marchiatura”, ove il marchio in buona sostanza veniva identificato con il cognome del titolare dell’impresa, ad una nuova tipologia di marchi, del tutto sganciati dalla persona dell’imprenditore: basti pensare alla possibilità di registrare marchi sonori, di movimento, o marchi addirittura multimediali.
Coerentemente con quanto sopra, il legislatore, a seguito del Decreto Crescita, ha introdotto uno strumento, e dunque una nuova tipologia di marchio, per potenziare la capacità attrattiva di quei marchi che sono presenti sul mercato nazionale da almeno 50 anni, siano essi marchi registrati o non, a condizione che se ne possa dimostrare l’uso effettivo e continuativo. Grazie a ciò dette imprese potranno pertanto fregiarsi del logo “Marchio storico di interesse nazionale” per finalità commerciali e promozionali. La procedura per l’ottenimento del titolo si svolge avanti l’UIBM (Ufficio Italiano Brevetti e Marchi).
Tale marchio potrà essere affiancato al marchio dell’azienda, ma solo per i prodotti a cui questo si riferisce. In ogni caso è ragionevole supporre che tale promozione potrà avere un certo appeal nel consumatore italiano e non solo, specie per quelle imprese presenti sui mercati esteri, ove il c.d. italian sounding (vero) è in grado di determinare la scelta di acquisto.